a volte si cammina come dei robottini, tutti in fila, uscendo dai treni, non guardando da nessuna parte magari solo davanti, giusto per non incrociare un palo, altre volte capita di guardare in giro, in aria, come per scoprire qualcosa, certo aumenta la probabilita’ di impattare su un palo e in effetti io di recente ho rimodellato 5 miei nasi , pero’ magari ci si imbatte in dettagli come quello a fianco.
p.s. questo messaggio e’ stato composto in treno col mio notebook, sul quale stavo scrivendo un SMS collegato al nokia 6210 via IR e scaricando le immagini dalla mia Olympus C700 via USB, certo invece di comporlo lo avrei anche pubblicato se avessi avuto un GPRS invece di un collegamento GSM a 9.6k che io aborro.
ah , homo technologicus

oggi conversazioni di grande pregnanza poetica in ufficio :

p. :certo che oggi sembri quasi l’icona di te stesso

m : si’ e cliccandoci sopra non succede niente

e poi ancora due battute che mi hanno convinto a creare il file perle di saggezza.txt :

m: sono un missing shortcut

m: mi sento come come un pixel libero di posarsi dove gli pare sul desktop

make heaven out of hell
questa canzone dall’ ultimo album di Elisa mi sta conquistando, musicalmente mi piace la sua architettura, come una serie di gradini che si affastellano e poi si fondono assieme.Il testo e’ altrettanto convincente, cioe’ l’idea che se vuoi raggiungere qualcosa di intrinsecamente gioioso e appagante beh, tutto cio’ non e’ scontato e automatico ma frutto di un percorso, a volte tortuoso. C’era un proverbio dei nativi americani che non ricordo alla lettera ma diceva qualcosa tipo: l’arcobaleno della gioia si forma dopo una pioggia di lacrime. E’ come se il colore e l’intensita’ di un fiore ti colpissero come un’esplosione dopo avere attraversato un deserto che non gia’ trovandoti in un giardino.
Fondendo assieme testi e musica l’effetto finale e’ che mi viene da ascoltarla non solo con le orecchie : con le braccia e le mani e’ come se cercassi di plasmare il volume dell’aria con le onde sonore, un po’ tipo i duelli di matrix rallentati con dosi di tai chi randomico.

a volte e’ bello viaggiare sui treni, certo ci sono i giorni da pendolarismo modello carro bestiame, ma anche i sabato mattina, tornando a casa io col mio completo gessato blu molto business post cena aziendale e con il sacco a pelo nello zaino, e intercettando con la visione (e udito) periferica frammenti di conversazione, dalla ragazza che con un sorriso enorme telefona alle sue amiche e manda sms a ripetizione per dire che ha appena saputo che diventera’ mamma di una bambina, ad un’altra ragazza, cinese direi, che gioca freneticamente col cellulare che fa suoni tipo sgrip bip prrrr pup, ad altre chiaccherate : “non vedo l’ora di vederti e voglio tanto parlare con te“. Si’, forse e’ tutta una conversazione sola.

come in un branzino al sale ghiacciato su una lama di vetro
ecccolo, proprio mi mancava il freddo siberiano, eh forse pensavo scherzassero le previsioni del tempo,ma quando ci ho messo due ore per attraversare Milano sotto una tormenta di neve, a passo d’uomo e almeno altrettanto per fare l’autostrada ad una velocita’ media di 40 km ora con tratti di vento e neve raso asfalto modello patagonia a meno tre gradi beh sembrava di essere in un film. Fuori la macchina era avvolta da una crosta ben solida di ghiaccio ma dentro la temperatura era 40 gradi con musica soft (b side) ; ero quasi commosso nel sentire proprio a tema Bjork se non fosse che la strada era una lastra di ghiaccio unica e bastava sfiorare i freni per fare dei bei balletti.

troppa concentrazione e troppa tensione, io preferisco fare massaggi che riceverli ma qui ci starebbero proprio bene, magari in una vasca calda fumante…

una mia amica mi scrive dicendo “che possiamo fare per quella ragazza?”, un mio collega oltremanica, fedele lettore del mio weblog mi forwarda un e-mail con il testo da inviare all’ Ambasciata della Nigeria ( V. Orazio 18 – 00193 Roma e-mail: embassy@nigerian.it )

Ambasciata della Nigeria

Alla cortese attenzione

del signor Ambasciatore

embassy@nigerian.it

V.Orazio 18

00193 Roma

Signor Ambasciatore,

chiedo, per il Suo tramite, che il Presidente della Repubblica della

Nigeria voglia concedere la grazia a Safya Husseini Tungar-Tudu.

Sir,

I ask you to plead with the President of the Republic of Nigeria for the

life of Safya Husseini Tungar-Tudu.

Monsieur l’Ambassadeur,

je vous prie de demander au Président de la République du Nigeria de sauver

la vie de Safya Husseini Tungar-Tudu.

Grazie! Thanks! Merci!

———

un documento allegato completa la storia. quindi se volete fare qualcosa e’ piuttosto semplice, cosa state aspettando ?

chi scaglia la prima pietra ?
oggi sono a casa in ferie, e guardando la nebbia fuori e lo sciopero dei mezzi a Milano stamane, beh la cosa e’ consolatoria, ho anche tempo di leggere il giornale, e cosi’ sfoglio e arrivo ad un articolo che mi lascia tra il desolato ( nel senso di desolazione, come wasteland, to say the least) e l’incazzato come una iena, primo come persona, secondo come maschio, cioe’ l’idea che in Nigeria secondo la sharia (la legge islamica) questa donna che ha avuto un bambino concepito al di fuori dal matrimonio debba essere lapidata per scontare la pena. Dare alla luce un bambino e’ una cosa profondamente umana, ma permettemi, anche divina, come la creazione di una nuova vita, di conseguenza c’e’ un tale baratro che vedo che mi sembra veramente boh non so peggio che barbaro. Ecco non vorrei affermare supposte superiorita’ religiose di cristiani verso musulmani (certo Gesu’ aveva salvato una adultera dalla lapidazione) e nemmeno culturali , ah be la Nigeria… anche gli USA con la loro bella civilizzazione mandano a morire persone secondo le loro leggi (e non e’ che l’iniezione o la sedia elettrica siano piu’ civili [avete visto “Il Miglio Verde”, guardatelo,] certo che qui l’idea di una ragazza ora tenuta in vita per allattare il bambino e vederlo giusto crescere e poi essere interrata fino al seno ed essere lapidata e’ qualcosa di atroce, quindi se c’e’ da mobilitarsi mi sembra il minimo per lavare via questa cosa talmente vergognosa da non sembrare vero eppure probabilmente e’ solo una delle tante storie di sofferenza nascoste nelle pagine interne di un giornale

ok folks, i think i done all the reporting from the recent ani difranco tour, i know i’ve been enough verbose and i assume that non fans would think, geez, this guy has indeed lotsa free time to waste, say that i think it’s been an exciting experience and i just wanted to share with you, hence the choice to report in english while most of my recent weblog entries were in italian, my native language, i hope you appreciated, and my best recognition was receiving an e-mail from this person in NYC telling me Thanks for the kool review. I feel like I was there; wondered what her European tours were like. So life goes on and this space will host as usual normal random topics, 100% genuine content for ani in italy will be in its right place, peace&love.;