make heaven out of hell
questa canzone dall’ ultimo album di Elisa mi sta conquistando, musicalmente mi piace la sua architettura, come una serie di gradini che si affastellano e poi si fondono assieme.Il testo e’ altrettanto convincente, cioe’ l’idea che se vuoi raggiungere qualcosa di intrinsecamente gioioso e appagante beh, tutto cio’ non e’ scontato e automatico ma frutto di un percorso, a volte tortuoso. C’era un proverbio dei nativi americani che non ricordo alla lettera ma diceva qualcosa tipo: l’arcobaleno della gioia si forma dopo una pioggia di lacrime. E’ come se il colore e l’intensita’ di un fiore ti colpissero come un’esplosione dopo avere attraversato un deserto che non gia’ trovandoti in un giardino.
Fondendo assieme testi e musica l’effetto finale e’ che mi viene da ascoltarla non solo con le orecchie : con le braccia e le mani e’ come se cercassi di plasmare il volume dell’aria con le onde sonore, un po’ tipo i duelli di matrix rallentati con dosi di tai chi randomico.