per ritornare giusto pochi post orsono dove parlavo di gioia… mi sono preso il doppio cd di Michelle Shocked, per quanto riguarda il contenuto, la canzone che citavo ha un passaggio che richiama l’articolo: in this world but of this world i’ll never be come per riaffermare la natura non puramente terrena della gioia, come qualcosa in noi ma che arriva da altrove e non e’ scalfibile dalla difettosita’ umana, ancora : jealousy and anger, greed and hypocrisy, the season of human nature, cannot take my joy from me.
Per quanto riguarda il disco nel suo complesso penso di doverlo ascoltare ancora per esprimere un’opinione, certo che musicalmente parlando ci si trova dentro delle belle cose, dei suoni molto tradizionali, di quelli come quando entri in casa e senti il sapore della torta nel forno: come nella 4a traccia del 1o cd : Good News, un intro con un organo Hammond B3 dove puoi sentire l’aria che si muove nelle canne riscaldando l’ambiente, una batteria con un rullante potente che frantuma cristalli nell’aria dilatata e vaporosa, una chitarra con un suono crunch e la voce leggermente distorta e compressa come se fosse passata attraverso un canale dell’ampli della chitarra, segni di un buon artigianato musicale sulle strade battute ma sempre nuove del blues, gospel, folk, rock. A volte puo’ sembrare un viaggio incoerente, o magari solo molto assortito.