dunque, stavo dicendo che dopo un po’ di tempo passato a chiedersi dove fosse finita Natalie Imbruglia, ora mi sto sentendo “That Day” e c’e’ qualcosa che mi colpisce nel come la interpreta: come se fosse presa da quella sottile inquietudine, impazienza, anticipazione, insomma restlessness direi, come quando hai fretta di raccontare qualcosa e non puoi mettere in ordine i pensieri, badare troppo alle battute, ai quarti, agli ottavi. Il tutto con un sentimento oscillante con tracce di dolore ma anche bellezza e gioia, what a wonderful mess dice lei.
Non e’ la prima volta che ritrovo questo stile e a me ricorda molto un’altra cantante, forse meno nota ma che mi piace : Maria McKee. Altri commenti sul disco : l’artwork interno che mi sembra molto simile a quello dei Radiohead anche se forse meno angosciante e con tracce di reminescenze infantili e la copertina con lei sul divano con una maglietta con un cultural jamming abbastanza innocuo dove levis diventa elvis e a piedi scalzi, sexy direi io.