alle radici della musica

c’e’ un piacere sottile nel comprare un disco non appena viene messo in vendita: recarsi nel negozio, trovarlo in bella vista se di un artista famoso o andare a cercarselo, prenderlo tra le mani e poi scartarlo quanto prima per poterlo ascoltare.
Cosi’ e’ stata anche questa volta per il nuovo di Bruce Springsteen, uno stile diverso dal solito ma a me non sconosciuto,gia’ parecchio tempo fa avevo un vinile “folkways” dove lui faceva un paio di cover di woody guthrie e poi nel 2000 usci’ ‘til we outnumber’em , una raccolta prodotta da ani difranco dove tra gli altri artisti bruce faceva un altro paio di pezzi folk di guthrie. Ani si e’ sempre proclamata una folksinger, ma la maggior parte delle sue canzoni sono “contemporanee”, certo non mancano rivisitazioni di classici, ed e questo un genere che ci manca o meglio e’ ben difficile farlo riemergere come una radice condivisa : certo ci sono le canzoni dei partigiani o quelle delle mondine e forse “pay me my money down” potrebbe fare il paio con “sciur padrun dali beli braghi bianchi cala li palanchi“.
Comunque il primo ascolto di “we shall overcome” mi da soddisfazione, come pure aprire il package cartonato e leggermi i testi nel libretto. certo. per ascoltarlo l’ho gia’ messo sull ipod e me lo porto in giro.

quanti “media” diversi mi sono passati per le mani : al di la’ dai primi dischi dei miei genitori (mi ricordo ancora un disco che si intitolava “legata ad un granello di sabbia” o “scandalo al sole”, con un giradischi anni 60 ai primi dischi 45 giri comprati per me (il primo in assoluto “la tartaruga” di bruno lauzi, seguito con un discreto salto da “another brick in the wall” dei pink floyd. poi nel 1983 la prima radio con le cassette su cui registrare, nell 1987 arriva lo stereo e qui i vinili, 33 giri indimenticabili : volete mettere aprire il doppio di “the river” o il quintuplo live 75-85 sempre di springsteen ? le cassette continuano e vanno avanti ancora, soprattutto per l’autoradio. poi direi nei primi anni 90 ecco il cd : suono digitale, un po’ freddo (e costoso) pero’ molto piu’ trasportabile del vinile, anche se fino al 1996 non arriva un masterizzatore, per potersi fare l’equivalente della “cassettina” di dieci anni prima. Nel 2000 inizia una parentesi con un media non molto popolare : il minidisc. comodo per registrare in digitale, soprattutto dal vivo, ora mi sembra un periodo molto lontano. La tecnologia evolve, arrivano gli mp3 e giusto un anno fa compro un ipod : 30 giga di spazio per poter avere tutta la musica che voglio che mi segue. Cambia anche il modo di ascoltare, risaltano piu’ i brani singoli e ci si mette un secondo a creare una playlist (cassettina virtuale reloaded), certo manca la fisicita’ del supporto pero’ ci sono altri vantaggi, verrebbe da pensare che la gamma possibile dei supporti e media sia completa, si’ ci potranno essere dei miglioramenti in termini di qualita’ sui cd/dvd o nei sistemi di compressione, ma chi avrebbe potuto prevedere questa evoluzione 25 anni fa ?